Nazionale

Sport e diritti, facce della stessa medaglia: l’Uisp sulla bocciatura del Ddl Zan

Sport e diritti giocano nella stessa squadra e l'Uisp è in prima fila per promuove e sensibilizzare tutti sull'importanza dell'allargamento dei diritti

 

"Il nostro Paese ha visto nella giornata di mercoledì una delle pagine più tristi sul tema dei diritti - ha scritto l'Uisp nazionale sulla propria pagina Facebook, subito dopo la bocciatutura del ddl Zan da parte del Senato - lasciando nella solitudine tante ragazze e tanti ragazzi che, ogni giorno, rischiano di essere insultati, minacciati o aggrediti per la sola colpa di esistere, di essere e di amare.

L'odio verso le persone gay, lesbiche, trans, non binarie, o semplicemente ritenute tali perché non rispondenti al classico stereotipo di genere, potrà continuare ad avere spazio. Così come la misoginia, le volgarità sessiste che molto spesso colpiscono le donne. Mercoledì in Parlamento si è fermato questo percorso di una legge per il riconoscimento dei diritti

Occorre continuare ad educare ad una cultura della differenza come valore - conclude l'Uisp - che metta al centro la persona. Contro ogni forma di discriminazioni, odio e violenza l’Uisp ribadisce il proprio impegno".


Lo sport ed i diritti sono strettamente correlati come ci ricorda un articolo pubblicato su www.sportanddev.org che cita 10 eventi sportivi che hanno avuto un impatto importante nella lotta per l’affermazione dei diritti LGBTQ+.

L’arresto di Dora Ratjen nel 1938 con la saltatrice tedesca che fu incarcerata ed esclusa dalle competizioni dopo la scoperta di genitali intersessuali. La decisione del CIO di imporre test sessuali nel 1968 a tutte le concorrenti femminili partecipanti alle Olimpiadi per “impedire agli atleti di sesso maschile di atteggiarsi a donne”. Il coming out di David Kopay, l’ex giocatore di football americano della NFL che nel 1975 si dichiarò gay ispirando ed incoraggiando altri atleti. La storia della tennista trans Renee Richards che nel 1977 vinse una causa contro la US Tennis Association per averle impedito di giocare agli US Open dell’anno precedente. I primi Gay Games che si sono svolti nel 1982 a San Francisco e che videro la partecipazione di 1350 atleti provenienti da 12 paesi e che si sfidarono in 17 diversi sport. Nel 1999, dopo trent’anni, il CIO decise di abrogare i test di genere obbligatori permettendo così alla comunità trans di partecipare alle Olimpiadi. La Women’s Sports Foundation avviò nel 2000 il progetto per eliminare l'omofobia nello sport con l’aiuto anche economico della famosa tennista Martina Navratilova. Nel 2004 il CIO annunciò il Consenso di Stoccolma, che specificava le condizioni da considerare e rispettare per una persona che ha cambiato sesso per competere nelle manifestazioni sportive. Il giocatore di basket americano Jason Collins fu nel 2013 il primo atleta NBA a fare coming out. Infine nel 2020 il CIO ha dichiarato che l’omofobia viene paragonata alle molestie sessuali e che quindi gli organismi sportivi la devono prevenire a causa del danno fisico e mentale che può causare agli atleti. Inoltre il CIO ha riconosciuto che i membri della comunità LGBTQ+ necessitano di una protezione speciale in quanto corrono un rischio maggiore di essere vittime di abusi. 


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